Frecce con la punta di miele: Camilo Sánchez e "La vedova Van Gogh"
"Scrivo circondata dalla vertigine dei colori"
Autore: Camilo Sánchez
Titolo: La vedova Van Gogh
Titolo originale: La viuda de los Van Gogh
Lingua originale: spagnolo
Lingua originale: spagnolo
Genere: romanzo
Tempo di lettura: 25/09 - 12/10/16
Edizione: Marcos Y Marcos 2016
Prezzo: € 16,00
Copertina: andiamo con ordine. La copertina dei libri della Marcos Y Marcos, come ho già scritto per "Il caso Jane Eyre" nell'articolo "La Divina Copertina", è sempre ben fatta e curata nei dettagli. In particolare questa l'ho trovata molto originale e precisa nel binomio immagine-contenuto, secondo me un elemento fondamentale nella buona riuscita di una copertina. Come racconta la trama, la protagonista del romanzo apre una locanda in campagna nella quale esporrà i quadri di Vincent Van Gogh, perciò la scelta grafica di una casa costruita essenzialmente di questi è semplicemente fantastica!
RECENSIONE
Il titolo della recensione esprime in poche parole il mio apprezzamento per questo romanzo. L'originale, naturalmente, non si riferisce direttamente al libro di Sánchez ma ai quadri e alle lettere di Vincent van Gogh, una definizione, a mio parere, molto azzeccata.
Non so dirti bene perché mi piace così tanto osservare i quadri di questo pittore, anche perché forse è veramente difficile esprimere a parole le sensazioni che l'arte in generale suscita. Ho sempre apprezzato van Gogh non solo per la sua "bravura" artistica ma anche e soprattutto per ciò che c'è dietro ai suoi quadri, e le lettere citate nel libro di Sánchez sono una parte di questo dietro le quinte.
Un'altra componente del dietro le quinte e sicuramente collegata alla parte epistolare, è proprio la protagonista di questo piccolo ma intenso romanzo, il primo pubblicato da Sánchez nelle vesti di romanziere.
Johanna van Gogh-Bonger fu la moglie di Theo van Gogh, fratello di Vincent, dal 1889 al 1891, anno della morte di Theo, e colei che contribuì a far conoscere l'arte del cognato al mondo intero, o meglio, si impegnò a sradicare l'alone di paura e diffidenza che si era creato attorno ad essa. Come racconta Sánchez attraverso la voce di Johanna, molti si arrogarono il diritto di distruggere le opere del pittore dopo la sua morte perché portatrici di pazzia.
Nel libro viene mostrata una parte della vita di questa donna, forse la più significativa: donna sicuramente avanti coi tempi, Johanna ha una brillante intuizione e un occhio attento ai dettagli, che siano interni ai quadri o alla sua vita di moglie e madre. Non si lascia intimorire dalle convenzioni che la vogliono vedova a vita e con un figlio di cui prendersi cura, decide di "ritornare a vivere" dopo mesi passati nel buio della malattia del marito. Seppur arrabbiata con il cognato per aver provocato indirettamente la morte dell'uomo che amava, la protagonista sente crescere in lei il desiderio di conoscere più da vicino una figura che sembra aver "sposato", senza saperlo, insieme a Theo.
E' questo, a mio avviso, ciò che il titolo lascia intendere, in particolare quello originale la cui traduzione letterale è "La vedova dei van Gogh" e che rende perfettamente l'idea di questo legame emotivo non solo tra marito e moglie ma tra marito, moglie e cognato. E' un peccato che la traduzione italiana perda in questo senso...
Un aspetto sicuramente interessante che mi ha colpito molto è stato il rapporto di Johanna con il mondo che la circonda. L'Europa di fine XIX secolo è in continuo fermento, nascono e si sviluppano i primi importanti movimenti femministi e gli intellettuali più coraggiosi cominciano a sperimentare "generi" artistici che vanno oltre alle parole e alla realtà sensibile.
Johanna in un certo senso si adegua alla società nella quale vive e se ne distacca nel momento in cui sente la necessità di ritrovare sé stessa come persona. Ha un rapporto naturale con ciò che la circonda, non forzato né dalle convenzioni né da ribellioni eclatanti ad esse come ci si aspetterebbe da una personalità tanto "moderna" come la sua.
Da un certo punto di vista, sembra quasi che condivida di più con Vincent piuttosto che con Theo.
Merito, naturalmente, del narratore/autore che sembra quasi seguire Johanna in quel piccolo ma intenso frammento della sua vita.
Inizialmente la narrazione in terza persona con frasi molto corte non mi aveva convinto per niente perché mi sembrava rendesse il romanzo troppo freddo e distaccato dagli eventi narrati. Andando avanti con la lettura, però, ho iniziato a rivalutare questa freddezza, che piano piano si è trasformata in calma e gentilezza. Sánchez riesce a farti entrare nella storia senza forzare alcuna interpretazione, lasciandoti lo spazio di crearti una tua idea, un compito non facile per una storia con dei protagonisti realmente esistiti.
Anche i personaggi storici, quelli che sono esistiti davvero come Aurier o Bernard, sono trattati con delicatezza e seguiti in maniera tale da non darne giudizio, se non attraverso le parole di Johanna stessa.
Attraverso i frammenti del diario di Johanna, nel quale la scrittura diventa uno strumento di catarsi e riflessione, i quadri di Vincent van Gogh e le lettere spedite a Theo, Camilo Sánchez mi ha letteralmente trasportato in un modo pieno di colori, sensazioni piacevolmente vorticose ed emozioni profonde.
Non pensavo che questo romanzo sarebbe potuto piacermi tanto! Tu lo hai letto? Nel caso in cui la risposta fosse negativa, spero di averti fatto incuriosire almeno un pochino...sono sempre dell'idea che un libro non si dovrebbe quasi mai giudicare né dalla copertina, come dice il famoso detto, e né dalle prime pagine.
Buona giornata e buon Halloween se lo "festeggerai"...ci vediamo al Book Haul del mese di ottobre!
Grazie per avermi letto,
Francesca, Le ore dentro ai libri.
Non so dirti bene perché mi piace così tanto osservare i quadri di questo pittore, anche perché forse è veramente difficile esprimere a parole le sensazioni che l'arte in generale suscita. Ho sempre apprezzato van Gogh non solo per la sua "bravura" artistica ma anche e soprattutto per ciò che c'è dietro ai suoi quadri, e le lettere citate nel libro di Sánchez sono una parte di questo dietro le quinte.
Un'altra componente del dietro le quinte e sicuramente collegata alla parte epistolare, è proprio la protagonista di questo piccolo ma intenso romanzo, il primo pubblicato da Sánchez nelle vesti di romanziere.
Johanna van Gogh-Bonger con il piccolo Vincent Willem van Gogh. Non me l'ero immaginata così! |
Johanna van Gogh-Bonger fu la moglie di Theo van Gogh, fratello di Vincent, dal 1889 al 1891, anno della morte di Theo, e colei che contribuì a far conoscere l'arte del cognato al mondo intero, o meglio, si impegnò a sradicare l'alone di paura e diffidenza che si era creato attorno ad essa. Come racconta Sánchez attraverso la voce di Johanna, molti si arrogarono il diritto di distruggere le opere del pittore dopo la sua morte perché portatrici di pazzia.
Nel libro viene mostrata una parte della vita di questa donna, forse la più significativa: donna sicuramente avanti coi tempi, Johanna ha una brillante intuizione e un occhio attento ai dettagli, che siano interni ai quadri o alla sua vita di moglie e madre. Non si lascia intimorire dalle convenzioni che la vogliono vedova a vita e con un figlio di cui prendersi cura, decide di "ritornare a vivere" dopo mesi passati nel buio della malattia del marito. Seppur arrabbiata con il cognato per aver provocato indirettamente la morte dell'uomo che amava, la protagonista sente crescere in lei il desiderio di conoscere più da vicino una figura che sembra aver "sposato", senza saperlo, insieme a Theo.
E' questo, a mio avviso, ciò che il titolo lascia intendere, in particolare quello originale la cui traduzione letterale è "La vedova dei van Gogh" e che rende perfettamente l'idea di questo legame emotivo non solo tra marito e moglie ma tra marito, moglie e cognato. E' un peccato che la traduzione italiana perda in questo senso...
"Io l'unica cosa che so è che a volte è il bagliore di quei quadri a svegliarmi all'alba, piuttosto che gli insetti o gli uccelli del mattino"
Un aspetto sicuramente interessante che mi ha colpito molto è stato il rapporto di Johanna con il mondo che la circonda. L'Europa di fine XIX secolo è in continuo fermento, nascono e si sviluppano i primi importanti movimenti femministi e gli intellettuali più coraggiosi cominciano a sperimentare "generi" artistici che vanno oltre alle parole e alla realtà sensibile.
Johanna in un certo senso si adegua alla società nella quale vive e se ne distacca nel momento in cui sente la necessità di ritrovare sé stessa come persona. Ha un rapporto naturale con ciò che la circonda, non forzato né dalle convenzioni né da ribellioni eclatanti ad esse come ci si aspetterebbe da una personalità tanto "moderna" come la sua.
Da un certo punto di vista, sembra quasi che condivida di più con Vincent piuttosto che con Theo.
Merito, naturalmente, del narratore/autore che sembra quasi seguire Johanna in quel piccolo ma intenso frammento della sua vita.
"Con Gaugin perso nei suoi viaggi in Martinica e Toulouse-Lautrec sempre più dedito ai bordelli, Johanna sa di essere l'unica persona, al di fuori del cerchio di fuoco dei familiari di van Gogh, a tenere insieme l'eredità segreta dell'artista: le lettere e i quadri. Frecce con la punta di miele."
Inizialmente la narrazione in terza persona con frasi molto corte non mi aveva convinto per niente perché mi sembrava rendesse il romanzo troppo freddo e distaccato dagli eventi narrati. Andando avanti con la lettura, però, ho iniziato a rivalutare questa freddezza, che piano piano si è trasformata in calma e gentilezza. Sánchez riesce a farti entrare nella storia senza forzare alcuna interpretazione, lasciandoti lo spazio di crearti una tua idea, un compito non facile per una storia con dei protagonisti realmente esistiti.
Anche i personaggi storici, quelli che sono esistiti davvero come Aurier o Bernard, sono trattati con delicatezza e seguiti in maniera tale da non darne giudizio, se non attraverso le parole di Johanna stessa.
Attraverso i frammenti del diario di Johanna, nel quale la scrittura diventa uno strumento di catarsi e riflessione, i quadri di Vincent van Gogh e le lettere spedite a Theo, Camilo Sánchez mi ha letteralmente trasportato in un modo pieno di colori, sensazioni piacevolmente vorticose ed emozioni profonde.
Non pensavo che questo romanzo sarebbe potuto piacermi tanto! Tu lo hai letto? Nel caso in cui la risposta fosse negativa, spero di averti fatto incuriosire almeno un pochino...sono sempre dell'idea che un libro non si dovrebbe quasi mai giudicare né dalla copertina, come dice il famoso detto, e né dalle prime pagine.
Buona giornata e buon Halloween se lo "festeggerai"...ci vediamo al Book Haul del mese di ottobre!
Grazie per avermi letto,
Francesca, Le ore dentro ai libri.
[Grazie a Wikipedia e al sito della Marcos Y Marcos per le immagini.]
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