Lemony Snicket e "Una serie di sfortunati eventi": iniziano i guai
Buongiorno! Sono veramente dispiaciuta di annunciare che la recensione di oggi avrà come argomento Una serie di sfortunati eventi di Lemony Snicket.
Autore: Lemony Snicket (Daniel Handler)
Titolo: Una serie di sfortunati eventi (Un infausto inizio, La stanza delle serpi, La funesta finestra)
Titolo originale: A Series of Unfortunate Events (The Bad Beginning, The Reptile Room, The Wide Window)
Anno pubblicazione: 2000-2001
Casa editrice: Harper Collins UK, USA
Recensioni:
Una serie di sfortunati eventi è uno di quei libri che avrei dovuto leggere quando ero piccola e che non mi sono mai capitati tra le mani. un po' come per la serie di Spiderwick, iniziata al contrario dei libri di Snicket, ma mai finita. E ora mi ritrovo con una gran voglia di rileggerli dall'inizio per terminarli una volta per tutte. I libri per bambini, letti da adulti, regalano esperienze che tutti prima o poi dovremmo fare, tra cui quella di ricordare le sensazioni che quei libri ci hanno dato la prima volta che li abbiamo letti. Nel mio caso, con Lemony Snicket -e anche Spiderwick- le sensazioni tornate a galla sono state comunque positive e molto piacevoli.
Parlare di qualcosa di piacevole con Una serie di sfortunati eventi sembra quasi un paradosso, ma qui si tratta di un fenomeno letterario che è andato contro ad ogni aspettativa. Chi mai avrebbe immaginato che ai bambini potesse piacere una storia melanconica e piena di disavventure? Personalmente, da piccola avrei adorato leggere una storia simile e mi sono divertita altrettanto a leggerla a vent'anni suonati.
La scelta di leggere i primi tre libri in lingua originale è stata un po' costretta: non so se lo sai, ma le versioni italiane sono veramente difficili da trovare e solo da qualche giorno la Salani ha annunciato la ristampa del primo volume della serie, il che è già un inizio.
Il mio, di inizio, per quanto riguarda Una serie di sfortunati eventi è avvenuto molti anni fa con il film, probabilmente uno dei miei preferiti dopo Ritorno al futuro e il più noleggiato nei pomeriggi senza compiti da fare. Il passo successivo è stata la serie tv firmata Netflix, iniziata e finita nel giro di nemmeno una settimana. Il film a confronto è un pessimo esperimento, ma Jim Carrey e Meryl Streep rimarranno interpreti insuperabili.
Le mie riflessioni riguardo i libri sono molto positive e pur avendo letto solo i primi tre posso dire con certezza che non hanno disatteso le mie aspettative.
Una serie di sfortunati eventi è la triste storia degli orfani Baudelaire, che dopo la morte dei genitori in un incendio che ha distrutto la loro casa, vengono affidati alle cure distratte del banchiere Poe. E' proprio lui a guidarli, sotto richiesta dei defunti genitori, nella casa del conte Olaf, il loro nuovo tutore. Il conte Olaf, attore di dubita capacità e di certo non attento alla cura degli orfani, si rivela sin da subito un perfido tutore e una persona maligna interessata esclusivamente alla fortuna dei tre ragazzi, Violet, Klaus e Sunny. Ognuno di loro ha una particolare abilità : Violet è un'abile inventrice, Klaus un avido lettore e Sunny una vorace mordicchiatrice.
La peculiarità dello stile di Lemony Snicket, sotto al quale si cela Daniel Handler, sta nel presentare una vicenda tanto sfortunata con ironia e spesso comicità . Ci si trova sin da subito di fronte al conflitto appiattito tra il tragico e il comico: bisogna ridere o piangere? Sicuramente la storia dei Baudelaire non porterebbe alla risata, ma Snicket la riporta su un piano totalmente diverso rispetto a quello di una tragedia che non ha mai fine. Si sfocia, così, nella sfera dell'assurdo che domina un po' tutta la narrazione delle peripezie degli orfani.
Ma niente è lasciato al caso, perché sebbene questa possa sembrare una scelta azzardata o senza alcuna logica alle spalle, è in realtà un modo molto intelligente di mettere in mostra l'incapacità degli adulti di ascoltare i bambini. I tre fratelli incarnano in tutto e per tutto l'indipendenza, sia mentale che fisica, dagli adulti ai quali decidono di non affidarsi troppo. Il primo motivo è naturalmente Mr. Poe, il quale non solo manca di attenzione nei loro confronti ma ritorna ad ogni nuovo capitolo della serie alla situazione di partenza precedente.
L'intelligente ironia di Snicket ingloba anche i nomi nella serie. I riferimenti letterari sono tantissimi, basta pensare a Mr. Poe (che ha un figlio di nome Edgar) e al cognome degli orfani, rimandi alla sfera semantica del macabro o del malinconico.
Una caratteristica narrativa di Snicket che può non piacere è la ripetizione e le interruzioni continue, tutti escamotage che si ricollegano allo stile ironico tipico di questi libri. Può non piacere e devo ammettere che a lungo andare diventa un po' pesante, ma per caso o meno le ripetizioni vengono inserite poco prima di un colpo di scena o di una situazione che risveglia improvvisamente l'attenzione del lettore.
Una caratteristica che ho apprezzato molto è la presenza di due livelli di narrazione. La coscienza che il narratore -Lemony Snicket- ha di sé e della storia che riporta ai lettori gli permette di giocare con essa e far trasparire che anch'egli è parte della storia stessa. Ma questo si capisce già dalla lettera all'editor che Snicket pone a fine di ogni libro, in cui racconta di trovarsi nel luogo in cui è ambientato il libro successivo per riportare fedelmente ai lettori la vera storia dei Baudelaire.
L'ambientazione dei libri è un altro punto a favore. C'è chi l'ha definita steampunk, rappresentazione del futuro nel passato, ma credo sia più una prerogativa delle versioni sullo schermo che dei libri. Si percepisce sin da subito, comunque, che il mondo dei Baudelaire è un mondo senza tempo, in cui coesistono elementi tecnologici e apparecchi del secolo scorso, il tutto privo di qualsiasi riferimento temporale.
Al contrario della serie tv e del film, nei libri viene data molta meno attenzione alla parte "misteriosa" della storia dei Baudelaire: chi ha appiccato l'incendio? Perché i loro genitori li hanno dati in pasto ad una persona così vile come il conte Olaf? I riferimenti a questa parte della storia pullulano nelle versioni cinematografiche al contrario dei libri, nei quali vengono sì fatte domande al riguardo ma in modo poco approfondito. Spero che il grado di mistero aumenti con l'andare avanti dei libri, perché è una delle ragioni per cui ho deciso di intraprenderne la lettura!
La morale, in questi libri, può essere ricercata, anche se non credo sia fondamentale farlo.
E' abbastanza chiaro l'ammonimento al mondo degli adulti ma, se lo si vuole vedere, traspare anche un messaggio molto importante che forse può portare i lettori meno convinti a barcamenarsi nella lettura di questi libri: la vita non è fatta di sole cose belle ed è giusto vivere anche questi momenti ma soprattutto sapere come risollevare la situazione. I Baudelaire vivranno sempre accompagnati dalla perdita dei propri genitori e della propria casa, ma sanno che possono contare l'uno sull'altro e soprattutto su sé stessi perché intelligenti e svegli.
Credo si sia capito che questi tre libri iniziali mi sono piaciuti veramente molto, anche se conoscevo in precedenza la storia me li sono goduti come se non fosse così. Ti consiglio di dar loro una possibilità se sei dubbioso e ti raccomando di vedere la serie tv, un adattamento geniale dei romanzi che apprezzeranno anche i più diffidenti.
Grazie per avermi letto, ci leggiamo dopo il Salone del Libro di Torino!
Francesca, Le ore dentro ai libri.
Autore: Lemony Snicket (Daniel Handler)
Titolo: Una serie di sfortunati eventi (Un infausto inizio, La stanza delle serpi, La funesta finestra)
Titolo originale: A Series of Unfortunate Events (The Bad Beginning, The Reptile Room, The Wide Window)
Anno pubblicazione: 2000-2001
Casa editrice: Harper Collins UK, USA
Recensioni:
Una serie di sfortunati eventi è uno di quei libri che avrei dovuto leggere quando ero piccola e che non mi sono mai capitati tra le mani. un po' come per la serie di Spiderwick, iniziata al contrario dei libri di Snicket, ma mai finita. E ora mi ritrovo con una gran voglia di rileggerli dall'inizio per terminarli una volta per tutte. I libri per bambini, letti da adulti, regalano esperienze che tutti prima o poi dovremmo fare, tra cui quella di ricordare le sensazioni che quei libri ci hanno dato la prima volta che li abbiamo letti. Nel mio caso, con Lemony Snicket -e anche Spiderwick- le sensazioni tornate a galla sono state comunque positive e molto piacevoli.
Parlare di qualcosa di piacevole con Una serie di sfortunati eventi sembra quasi un paradosso, ma qui si tratta di un fenomeno letterario che è andato contro ad ogni aspettativa. Chi mai avrebbe immaginato che ai bambini potesse piacere una storia melanconica e piena di disavventure? Personalmente, da piccola avrei adorato leggere una storia simile e mi sono divertita altrettanto a leggerla a vent'anni suonati.
La scelta di leggere i primi tre libri in lingua originale è stata un po' costretta: non so se lo sai, ma le versioni italiane sono veramente difficili da trovare e solo da qualche giorno la Salani ha annunciato la ristampa del primo volume della serie, il che è già un inizio.
Il mio, di inizio, per quanto riguarda Una serie di sfortunati eventi è avvenuto molti anni fa con il film, probabilmente uno dei miei preferiti dopo Ritorno al futuro e il più noleggiato nei pomeriggi senza compiti da fare. Il passo successivo è stata la serie tv firmata Netflix, iniziata e finita nel giro di nemmeno una settimana. Il film a confronto è un pessimo esperimento, ma Jim Carrey e Meryl Streep rimarranno interpreti insuperabili.
Le mie riflessioni riguardo i libri sono molto positive e pur avendo letto solo i primi tre posso dire con certezza che non hanno disatteso le mie aspettative.
Una serie di sfortunati eventi è la triste storia degli orfani Baudelaire, che dopo la morte dei genitori in un incendio che ha distrutto la loro casa, vengono affidati alle cure distratte del banchiere Poe. E' proprio lui a guidarli, sotto richiesta dei defunti genitori, nella casa del conte Olaf, il loro nuovo tutore. Il conte Olaf, attore di dubita capacità e di certo non attento alla cura degli orfani, si rivela sin da subito un perfido tutore e una persona maligna interessata esclusivamente alla fortuna dei tre ragazzi, Violet, Klaus e Sunny. Ognuno di loro ha una particolare abilità : Violet è un'abile inventrice, Klaus un avido lettore e Sunny una vorace mordicchiatrice.
La peculiarità dello stile di Lemony Snicket, sotto al quale si cela Daniel Handler, sta nel presentare una vicenda tanto sfortunata con ironia e spesso comicità . Ci si trova sin da subito di fronte al conflitto appiattito tra il tragico e il comico: bisogna ridere o piangere? Sicuramente la storia dei Baudelaire non porterebbe alla risata, ma Snicket la riporta su un piano totalmente diverso rispetto a quello di una tragedia che non ha mai fine. Si sfocia, così, nella sfera dell'assurdo che domina un po' tutta la narrazione delle peripezie degli orfani.
Ma niente è lasciato al caso, perché sebbene questa possa sembrare una scelta azzardata o senza alcuna logica alle spalle, è in realtà un modo molto intelligente di mettere in mostra l'incapacità degli adulti di ascoltare i bambini. I tre fratelli incarnano in tutto e per tutto l'indipendenza, sia mentale che fisica, dagli adulti ai quali decidono di non affidarsi troppo. Il primo motivo è naturalmente Mr. Poe, il quale non solo manca di attenzione nei loro confronti ma ritorna ad ogni nuovo capitolo della serie alla situazione di partenza precedente.
L'intelligente ironia di Snicket ingloba anche i nomi nella serie. I riferimenti letterari sono tantissimi, basta pensare a Mr. Poe (che ha un figlio di nome Edgar) e al cognome degli orfani, rimandi alla sfera semantica del macabro o del malinconico.
Una caratteristica narrativa di Snicket che può non piacere è la ripetizione e le interruzioni continue, tutti escamotage che si ricollegano allo stile ironico tipico di questi libri. Può non piacere e devo ammettere che a lungo andare diventa un po' pesante, ma per caso o meno le ripetizioni vengono inserite poco prima di un colpo di scena o di una situazione che risveglia improvvisamente l'attenzione del lettore.
Una caratteristica che ho apprezzato molto è la presenza di due livelli di narrazione. La coscienza che il narratore -Lemony Snicket- ha di sé e della storia che riporta ai lettori gli permette di giocare con essa e far trasparire che anch'egli è parte della storia stessa. Ma questo si capisce già dalla lettera all'editor che Snicket pone a fine di ogni libro, in cui racconta di trovarsi nel luogo in cui è ambientato il libro successivo per riportare fedelmente ai lettori la vera storia dei Baudelaire.
L'ambientazione dei libri è un altro punto a favore. C'è chi l'ha definita steampunk, rappresentazione del futuro nel passato, ma credo sia più una prerogativa delle versioni sullo schermo che dei libri. Si percepisce sin da subito, comunque, che il mondo dei Baudelaire è un mondo senza tempo, in cui coesistono elementi tecnologici e apparecchi del secolo scorso, il tutto privo di qualsiasi riferimento temporale.
Al contrario della serie tv e del film, nei libri viene data molta meno attenzione alla parte "misteriosa" della storia dei Baudelaire: chi ha appiccato l'incendio? Perché i loro genitori li hanno dati in pasto ad una persona così vile come il conte Olaf? I riferimenti a questa parte della storia pullulano nelle versioni cinematografiche al contrario dei libri, nei quali vengono sì fatte domande al riguardo ma in modo poco approfondito. Spero che il grado di mistero aumenti con l'andare avanti dei libri, perché è una delle ragioni per cui ho deciso di intraprenderne la lettura!
La morale, in questi libri, può essere ricercata, anche se non credo sia fondamentale farlo.
E' abbastanza chiaro l'ammonimento al mondo degli adulti ma, se lo si vuole vedere, traspare anche un messaggio molto importante che forse può portare i lettori meno convinti a barcamenarsi nella lettura di questi libri: la vita non è fatta di sole cose belle ed è giusto vivere anche questi momenti ma soprattutto sapere come risollevare la situazione. I Baudelaire vivranno sempre accompagnati dalla perdita dei propri genitori e della propria casa, ma sanno che possono contare l'uno sull'altro e soprattutto su sé stessi perché intelligenti e svegli.
Credo si sia capito che questi tre libri iniziali mi sono piaciuti veramente molto, anche se conoscevo in precedenza la storia me li sono goduti come se non fosse così. Ti consiglio di dar loro una possibilità se sei dubbioso e ti raccomando di vedere la serie tv, un adattamento geniale dei romanzi che apprezzeranno anche i più diffidenti.
Grazie per avermi letto, ci leggiamo dopo il Salone del Libro di Torino!
Francesca, Le ore dentro ai libri.
Nessun commento:
Posta un commento